Fiorentina – NAPOLI a gamba tesa

Ciata fa

La partita a gamba tesa è cominciata con gente vestita di viola che correva. E gente vestita d’azzurro che pascolava.

Vantaggio viola su rigore. Sono cazzi.

La partita a gamba tesa è Mario Rui ammonito al primo respiro. Difficile giocare con un fardello del genere, specie contro tuffatori come i figli d’arte. Mario ci riesce. Bravo.

La partita a gamba tesa è nelle urla in faccia a Massa, che fischia ogni cazzo senza motivo. I ragazzi giocano male, ma sono incazzati. Bene.

Ciruzzo si gira e la mette nell’angolino.
Manco il tempo di asciugarsi la fronte e Ciruzzo stramazza al suolo. Solo le indecenti nuove disposizioni possono consentire di fischiare un rigore e farlo pure tirare senza fucilazione degli arbitri.
Lorenzo spiazza il portiere.
1-2, duplice fischio.

La partita a gamba tesa è nell’incazzatura di Manolas per la saponetta che Milenkovic tira in bocca a Meret. Il greco è un comandante. E vuole vincere.

Anche Jose Maria vuole vincere. Ne tocca una, di prima: diagonale imparabile. Ne tocca un’altra, di prima: doppietta di Lorenzo, addirittura di testa.
In mezzo, il marito di Melissa Satta bacia il palo interno e festeggia con una capriola. Voto 5 al corpo libero, da rivedere alla trave.

La partita a gamba tesa è Elmas, 20 anni di cazzimma, che al primo pallone fa una veronica con la suola e spiega a Venuti che è ora di andare.

Fabian lo guarda e decide di mostrare al macedone e ai fiorentini un po’ di repertorio: finte, dribbling, cambi di gioco, falli attesi e puntualmente ricevuti. Tutto da fermo, è il mondo che gira seguendo i suoi dettami.

La partita a gamba tesa è nella Fiesole che canta “Odio Napoli” un secondo prima del triplice fischio.
Il settore ospiti esplode. I ragazzi in campo si abbracciano tutti.
Più che una partita a gamba tesa, ne hanno vinta una a cazzo dritto.

Divide et impera

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“Faremo un grande mercato.
Tutti cambiano allenatore, noi no.
Grande vantaggio.

I faretti. I seggiolini. Le Universiadi. Il pezzotto. La droga. Le multe.

Albiol vuole andare via? Mannaggia.
Manolas? No, è ‘na capa pazza.
E’ vero! Un amico del fidanzato della figlia di mio cugino è passato per Roma due anni fa: Manolas rompe lo spogliatoio.
Arriva Manolas: grande acquisto!
La miglior difesa d’Italia. Anzi d’Europa.

E adesso arriva pure James.
E’ fatta. E’ ufficiale.
Quasi ufficiale. La comunicazione arriverà il 13 luglio.
Il 15 agosto.
Il 30 febbraio.

Che ha detto? Mette le curve a 50 euro? Fa bene! Accussì imparano a contestarlo!
Come? Ha abbassato i prezzi? Ha fatto bene! Accussì imparano a contestarlo!

Pareggiamo con la Cremonese: servono rinforzi!
Surclassiamo il Liverpool: nun serve nisciuno!
Ne pigliamo quattro dal Barcellona: ma quando arriva James?
Meno male che Elmas è giocatore. Il nuovo Fabian Ruiz.

Mica come Milik, quella pippa polacca. Magari arrivasse Icardi!
Icardi non vuole venire? Tanto abbiamo Milik! Che ce ne fotte!
Siete degli ingrati col polacco. Io sto con Milik.
Je suis ADL.”

I tifosotti ragionano così.
Da giorni, da mesi, da anni.
Da sempre.
Si fanno dividere per farsi comandare.
Quanto gli piace stare sotto padrone, mammamà.

Meno male che c’è gente ESTRANEA a questo modo di ragionare.
E che non è serva di nessuno.

Forma e sostanza

Essere Non Apparire

Una vecchia canzone dei CSI si intitolava “Forma e Sostanza”. Non c’è esperienza umana in cui questa dicotomia non si manifesti.
Sulle gradinate, dello Stadio o della Vita, bisogna decidersi: Essere oppure Apparire.
Noi non abbiamo dubbi.