La Pelota no se mancha

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Dovrebbero scriverlo, come sui pacchetti di sigaretta: “Crea dipendenza”.
Come una droga, la più innocua di tutte. Perché ti fa viaggiare nel tempo senza procurarti danni, ti fa tornare bambino ogni volta che la incroci. Anzi, che lo incroci.

Il Pallone.

Andrebbe impresso tanto sul cuoio quanto sulla plastica del Super Santos.
Bisognerebbe stamparlo all’ingresso di ogni campetto, sulla porta di ogni spogliatoio, persino all’interno dei pali della porta.

Il Pallone crea dipendenza.

Se lo vedi rotolare nella tua direzione, non puoi fare a meno di stopparlo e rilanciarlo, magari dopo qualche palleggio. Se incontri un gruppo di ragazzini intenti a rincorrerlo, difficilmente riesci a passare oltre senza fermarti un attimo a guardare. Però, che bel tocco. E quell’altro, che grinta.

Quando il tuo piede tocca per la prima volta un pallone, quasi sicuramente non sai ancora camminare. Forse riesci a teneri dritto in piedi, niente di più. Da quell’istante, la magia non ti abbandonerà più.

La pelota no se mancha, disse il più grande di tutti.
Il pallone non si sporca.

Una volta, un vecchio allenatore disse: “Molti credono che il calcio sia questione di vita o di morte. Non sono d’accordo: è molto, molto di più”

 

Forma e sostanza

Essere Non Apparire

Una vecchia canzone dei CSI si intitolava “Forma e Sostanza”. Non c’è esperienza umana in cui questa dicotomia non si manifesti.
Sulle gradinate, dello Stadio o della Vita, bisogna decidersi: Essere oppure Apparire.
Noi non abbiamo dubbi.

Bandito

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Se pure arrivasse James Rodriguez, sarebbe comunque il secondo “Bandito” più importante nella storia del Napoli.

Il primo, oggi, compie 50 anni.

Tutto il resto conta POCO

Curva A Fame di vittoria

“Tutto il resto conta POCO,
noi vogliamo vincere!”.

Ogni volta che questo coro viene intonato, da qualche saettella esce un papponcino che ti dice “se vuoi vincere, tifa Juventus”.

La Juventus.
Quelli che vincere è l’unica cosa che conta.

Eppure non è difficile capire che tra quel POCO e quell’UNICA COSA CHE CONTA c’è la differenza tra sport e antisportività.

Muri puliti, popoli muti

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Muri puliti, popoli muti.
Lo diceva un vecchio adagio, lo conferma la quotidianità.
È un tema spinoso, certo: i tutori del presunto decoro cittadino sono sempre in prima fila ad auspicare repressione e pene severe per i “vandali della bomboletta”.

Non so.
Personalmente trovo più indecoroso un palazzo fatiscente, un marciapiede scassato, l’immondizia in strada.
E non poche volte mi è capitato di trovare sui muri splendidi dipinti e eccezionali frasi.

Prendete questo muro, ad esempio.
Cosa cazzo sarebbe senza quelle scritte? Semplicemente un muro. Un grigio, grattugiato, lurido muro di città.
Grazie a quelle scritte, diventa un monumento: a un Ideale, a un movimento, a un modo di essere, a uno stile di vita.

Un monumento all’amore puro, senza compromessi.
L’Amore Ultras.

Fate parlare i muri, fratelli.
Difendete la loro voce.
Perché provano a zittirci in ogni modo.
Rendiamogli la cosa difficile.

Mastino

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Cane ‘e presa.
Questo è il nome con cui l’ho conosciuto, tanti anni fa.
Abbaiava, ringhiava a chiunque provava a mettere piede in casa sua.
Amichevole e leale con chi gli era amico.
Non lo facevi fesso, manco per il cazzo.
Era molto più intelligente di quanto sembrasse.
E sapeva essere spietato, quando c’era da combattere.

Mastino.
Mastino napoletano.
Così lo chiamano.

Estremo sostegno

meno vinci piu canto

“Quando vinci sei di tutti. Quando perdi, solo mia.”
Non è solo uno striscione, un coro da stadio, una frase da appuntare sul diario di un adolescente che comincia a frequentare le gradinate.
E’ un comandamento da osservare, un ideale da seguire e professare, una strada da calpestare. Da solo o in compagnia di altri come te. Persone che restano sugli spalti quando tutti cominciano ad andar via. Gente che perde la voce non solo quando vinci, ma soprattutto quando perdi.

Gente che non molla. Mai.