Al triplice fischio

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Quando l’arbitro fischia tre volte e la tua squadra non ha raggiunto il risultato sperato, accade una cosa. Dura un attimo o poco più, alla peggio qualche minuto, poi passa. Ma succede sempre.

Accade che ogni volto vicino a te perda i lineamenti, che la tua città imbruttisca all’istante, che la tua ragazza faccia schifo, che il tuo lavoro non abbia più senso. Accade che la rabbia provata fino al triplice fischio si tramuti in sgomento, in perdizione, infine in disperazione.

Ogni volta c’è uno smarrimento, una labirintite improvvisa, una emicrania lancinante, un groppo in gola, un cuore impazzito.

Poi cominci a sentire i commenti, quegli infiniti “Lo sapevo” , quei vergognosi “Ma che veniamo a fare”, quegli indecenti “La prossima volta mi sto a casa”.

Allora lì tutto finisce. Nessuno smarrimento, tutto torna chiaro. E tu capisci nel profondo il senso di quelle parole che ti dissero quando avevi da poco iniziato a frequentare le gradinate.
Quelle parole che hai tatuato nell’anima e che, in queste serate, tornano a infiammarsi di verità:

Quando vinci, sei di tutti.
Quando perdi, sei solo mia.

Divide et impera

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“Faremo un grande mercato.
Tutti cambiano allenatore, noi no.
Grande vantaggio.

I faretti. I seggiolini. Le Universiadi. Il pezzotto. La droga. Le multe.

Albiol vuole andare via? Mannaggia.
Manolas? No, è ‘na capa pazza.
E’ vero! Un amico del fidanzato della figlia di mio cugino è passato per Roma due anni fa: Manolas rompe lo spogliatoio.
Arriva Manolas: grande acquisto!
La miglior difesa d’Italia. Anzi d’Europa.

E adesso arriva pure James.
E’ fatta. E’ ufficiale.
Quasi ufficiale. La comunicazione arriverà il 13 luglio.
Il 15 agosto.
Il 30 febbraio.

Che ha detto? Mette le curve a 50 euro? Fa bene! Accussì imparano a contestarlo!
Come? Ha abbassato i prezzi? Ha fatto bene! Accussì imparano a contestarlo!

Pareggiamo con la Cremonese: servono rinforzi!
Surclassiamo il Liverpool: nun serve nisciuno!
Ne pigliamo quattro dal Barcellona: ma quando arriva James?
Meno male che Elmas è giocatore. Il nuovo Fabian Ruiz.

Mica come Milik, quella pippa polacca. Magari arrivasse Icardi!
Icardi non vuole venire? Tanto abbiamo Milik! Che ce ne fotte!
Siete degli ingrati col polacco. Io sto con Milik.
Je suis ADL.”

I tifosotti ragionano così.
Da giorni, da mesi, da anni.
Da sempre.
Si fanno dividere per farsi comandare.
Quanto gli piace stare sotto padrone, mammamà.

Meno male che c’è gente ESTRANEA a questo modo di ragionare.
E che non è serva di nessuno.

Bandito

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Se pure arrivasse James Rodriguez, sarebbe comunque il secondo “Bandito” più importante nella storia del Napoli.

Il primo, oggi, compie 50 anni.

Il primo fumogeno

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La prima volta che ho avuto un fumogeno in mano non è stato al Tempio.
E’ stato al Partenio di Avellino.
Napoli – Sampdoria, sedicesimi di coppa italia.

Pioveva, porca troia quanto pioveva.
Partimmo con tre auto da Pozzuoli.
Io stavo con uno che “vado ad Avellino tutti i mesi, per lavoro”.
Ovviamente, sbagliò strada.
Ce ne accorgemmo quando vedemmo il cartello “San Vittore”.

Facemmo San Vittore – Avellino in un amen.
Arrivammo a partita iniziata.
All’ingresso c’era uno steward con l’ombrello e poca voglia di stare lì.
Ci strappò i biglietti senza nemmeno controllare.
Facemmo le scale di corsa, per raggiungere l’anello superiore del Partenio.
Arrivati lì, non c’era nessuno.
Nemmeno un gruppo ultras.
Dove cazzo stavano?

Sotto.
Nell’anello inferiore.
Buttai uno sguardo nella curva opposta: vidi lo striscione Fedayn.
Presi il cellulare e chiamai Zelig.
– Oh, ma addò stai?
– Di fianco ai Fedayn, come sempre. Pecchè, tu addò stai?
– Nella curva opposta.
Agitai le braccia.
– Si, ti vedo. Che ci fai là?
– Eh…

Avevamo pure sbagliato curva.
La pioggia, almeno, si era presa una breve pausa.
Allungai il collo, per vedere quali gruppi stessero all’anello inferiore, sotto di me.
C’erano i Vecchi Lions.
Ottimo. Decidemmo di metterci lì.
Neanche il tempo di ridiscendere le scale, che incontrai un tizio che conoscevo.
Uno che aveva almeno quindici anni di curva più di me sul groppone.
– Che cazzo ci fai qua?
– Nu casino che nun hai idea… abbiamo sbagliato strada, siamo arrivati tardi, abbiamo sbagliato curva…
– Ho capito, nu maciello. Vabbuò, vieni qua… dammi na mano.

Gli diedi una mano.
Letteralmente.
Nella mano mi mise un fumogeno.
– L’hai mai appicciato?
– No, mai.
– Te faccio vedè… se fa accussì.
La torcia prese fuoco.
Strinsi gli occhi, per abituarmi ala luce.
L’odore acre del fumogeno non mi era mai sembrato così dolce.
Lui fece lo stesso con un altro fumogeno.
Si mise a qualche metro da me.

Il cellulare mi squillò.
Risposi, senza leggere il nome sul display.
Era Zelig.
– Oh, ma si tu chillo co’ nu fumogeno in mano?

No politics

No politics_Fedayn_Volantino

Tra le tante cose ottime del movimento ultras napoletano c’è anche il fatto di essere apolitico.

Fuori, vota chi cazzo vuoi.
Dentro, tifa solo il Napoli.

E sarà sempre domenica

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“E sarà sempre domenica,
fin quando sarò con te”.

È vero. Le domeniche sembrando degli anonimi mercoledì di provincia quando Tu non scendi in campo. E noi non siamo sugli spalti.

Muri puliti, popoli muti

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Muri puliti, popoli muti.
Lo diceva un vecchio adagio, lo conferma la quotidianità.
È un tema spinoso, certo: i tutori del presunto decoro cittadino sono sempre in prima fila ad auspicare repressione e pene severe per i “vandali della bomboletta”.

Non so.
Personalmente trovo più indecoroso un palazzo fatiscente, un marciapiede scassato, l’immondizia in strada.
E non poche volte mi è capitato di trovare sui muri splendidi dipinti e eccezionali frasi.

Prendete questo muro, ad esempio.
Cosa cazzo sarebbe senza quelle scritte? Semplicemente un muro. Un grigio, grattugiato, lurido muro di città.
Grazie a quelle scritte, diventa un monumento: a un Ideale, a un movimento, a un modo di essere, a uno stile di vita.

Un monumento all’amore puro, senza compromessi.
L’Amore Ultras.

Fate parlare i muri, fratelli.
Difendete la loro voce.
Perché provano a zittirci in ogni modo.
Rendiamogli la cosa difficile.

Ultimo baluardo

Ultimo Baluardo

I calciatori, gli allenatori, i dirigenti, i presidenti.
Tutti possono tradire, baciare maglie già abbandonate, giurare fedeltà già infedeli.

Solo loro non tradiscono mai.
Mai.

Ultimo baluardo di irriducibile fedeltà.

Away days: Roma

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Lazio vs NAPOLI.
1993/94.

Giornata turbolenta…

Lì in mezzo

stendardi

Non si tratta di romanticismo, no.
Manco per il cazzo.

Si tratta di sentirsi davvero fratelli nonostante madri diverse.

Si tratta di sentirsi al sicuro, lì in mezzo.
Di sapere che puoi contare su chi ti sta a fianco.
E che lui può contare su di te.

Away days: Belgrado

Away Days

Away days: Milano

Napoli_Milan_109

San Siro.
Milan vs NAPOLI.
1981/82.

Ideale Estraneo

Fedayn_Eam

Saranno passati più di vent’anni da quella sera.
La sera in cui decidemmo che volevamo cambiare.
Che ci eravamo rotti i coglioni di vedere la partita al solito posto.
Volevamo andare lì, in mezzo a loro.

Li avevo visti per mesi e mesi.
Compatti come un’armata.
Senza tamburi, soltanto mani e voce.
E che voce, cazzo. Un ruggito.

Il loro simbolo mi ricordava Che Guevara.
Un capellone col basco, rigorosamente azzurro.
Una sciarpa azzurra a coprire il volto.
Un coltello stretto nel pugno sinistro.

Ma fu un’altra cosa a convincerci.
A farci alzare le chiappe da dove stavamo e ad andare lì, vicino a loro.
Fu quella sigla.
E.A.M.
Non sapevo, non sapevamo cosa significasse.
Poi ci fu spiegato.
Estranei alla Massa.

Come volevamo essere noi.
Come volevo essere io.

L’ABC del tifoso, firmato Fedayn

Qualche anno fa fu distribuito, ad opera dei Fedayn E.A.M., un volantino che spiegava l’ABC del tifoso partenopeo.
Crediamo sia utile ripubblicarlo oggi, in quanto tutti i tifosi di tutte le tifoserie potrebbero (e dovrebbero) far proprie le indicazioni qui riportate:

“Tutti possono andare allo stadio a vedere una partita, noi ti chiediamo di ‘vivere’ in curva e diventare parte di essa così come tutti i napoletani dovrebbero fare; una curva è viva quando non si limita a fare da cornice ad una partita di calcio ma diventa realmente il dodicesimo uomo in campo!”

1) Per far sì che questo avvenga ti chiediamo durante la gara di dedicare un occhio al campo e l’altro al lanciacori (o capo ultras) seguendolo in tutto ciò che fa.
2) Canta lentamente e scandisci bene le parole.
3) Mentre canti gesticola con entrambe le braccia così da rendere magnifico l’impatto visivo che la gradinata ha sul campo.
4) Abbraccia i tuoi vicini di sediolino quando ti è chiesto e ondeggia con loro a destra e a sinistra, vedrai la curva diventare un ‘mare’ in movimento.
5) Quando s’intonano cori abbinati a dei saltelli non scomporti troppo: abbraccia ancora i tuoi vicini e salta sul posto con loro; saltando tutti insieme saremo imponenti e molto belli da vedere.
6) Canta sempre con tutto te stesso e non farti influenzare dalla partita o dal risultato, devi essere tu ad influenzare il campo!
7) Fondamentale nella scelta della sciarpa da indossare…l’azzurro è il colore della squadra del tuo cuore…il giallo, il rosa e il resto dell’arcobaleno non ci appartiene!

SOLO SEGUENDO QUESTI CONSIGLI POTRAI DIRE (IN OGNI CASO) DI ESSERE STATO UTILE AL NAPOLI E DI ESSERE STATO PARTE DI UN “MONDO” VERAMENTE BELLO, LA CURVA!
P.S. All’intervallo invece di mangiare il panino…RILEGGI IL VOLANTINO!

FEDAYN 1979