Patti chiari, amicizia lunga

Icardi_KK

Quello che si chiede ai calciatori è di onorare la maglia che indossano.
Nel nostro caso, la sacra maglia azzurra.
E hanno un solo modo per onorarla: sudarla.

Se fuori dal campo fanno festini o vanno in chiesa, organizzano orge o sono astemi, non sono problemi nostri.
Sono problemi della Società.

Non confondiamo mai i compiti: a noi tocca sostenere la squadra.
Non dobbiamo essere ultras del professionismo né tifosi del bilancio.
Ci sono altri, lautamente pagati, che devono preoccuparsi di questo.

Se un miliardario in pantaloncini lotta su ogni pallone, espelle ogni goccia di sudore, non tira mai indietro la gamba, non accetta la sconfitta fino al triplice fischio dell’arbitro, avrà il nostro sostegno.
Se il suddetto privilegiato se ne fotte delle regole non scritte di uno spogliatoio, mette in atto comportamenti lesivi della Squadra e la Città, antepone l’interesse personale al bene comune, riceverà rabbia e disprezzo.
Soprattutto a Napoli.

Lo sappiano i calciatori che indossano o indosseranno la maglia azzurra.
Lo sappiano anche le loro mogli, amanti, corti, gli entourage e i prezzolati.

Patti chiari, amicizia lunga.

Merda atipica

Arbitro cornuto

Verrebbe voglia di spaccargli la faccia, lo so.
E’ la stessa voglia che avevamo dopo la finale di Pechino, quando tutto il Mondo ha visto l’infame furto che subimmo proprio grazie a questa sottospecie di uomo vestito da arbitro.
E’ la stessa voglia che avevamo quando non ha interrotto la partita di San Siro a seguito dei vergognosi cori razzisti contro un nostro calciatore, molto prima che venisse giustamente espulso.
E’ la stessa voglia che avevamo quando arbitrava, con quel suo passo da stambecco con un palo nel culo. Quel suo fare autoritario con chi non conta niente e ossequioso con il Potere.

Verrebbe voglia di sputargli in un occhio, lo so.
Quando apertamente dichiara che, nel dubbio, tra il capitano della Juve e i giocatori del Genoa, ha creduto al primo, regalando un rigore per un fallo commesso un metro fuori area.
Quando dice che Marek Hamsik, il nostro ultimo capitano, uno dei calciatori più tranquilli e più rispettosi dell’intero campionato, uno che non ha mai alimentato polemiche e ha sempre mantenuto un profilo basso, era il calciatore che tollerava di meno, che gli stava più antipatico. Cose ‘e pazz.

Verrebbe voglia di pestarlo, lo so.
Ma non converrebbe farlo, per due motivi.
Il primo, perché non merita nemmeno il rischio di una denuncia.
E poi perché è una merda atipica:
non porta fortuna manco se la pesti.